Se gli Editti di Carlo VI furono il necessario presupposto per lo sviluppo della Trieste porto di un Impero, fu sua figlia Maria Teresa a mettere in effettiva esecuzione un simile disegno, trasformando in pochi decenni l’assetto urbanistico e sociale della città. Un cambiamento epocale, questo, che non fu privo di attriti e incomprensioni, giacché costringeva i triestini ad abbandonare le loro sicure e sonnolente attività commerciali basate sull’estrazione del sale e sulla vendita dell’olio e del vino, per proiettarsi in un mondo imprenditoriale marittimo che non conoscevano, e stentavano a capire.
Li costrinse, inoltre, a confrontarsi con le numerose comunità – greci, serbi, ebrei e altre ancora – così diverse da loro per mentalità e costumi, e che in breve modificarono radicalmente l’anima stessa di quella che era la borgata racchiusa nelle mura medievali. Mura che, l’illuminata sovrana volle abbattere, costringendo i suoi abitanti ad aprirsi al mondo.
Di tutto questo ce ne parlerà lo storico e giornalista Luciano Santin nel corso della serata di Marestate 2017 – navigando fra storia, scienza, tecnica e avventura dal titolo “Ricordando Maria Teresa d’Asburgo – fatti e storie del Borgo Teresiano che si terrà venerdì 21 luglio, con inizio alle ore 21, presso il Giardino delle Ancore del Civico Museo del Mare di via Campo Marzio 5.
Prima dello spettacolo, ed esattamente con inizio ore 19.30, il professor Walter Macovaz terrà il suo secondo incontro del ciclo “Dalla matita alla nave – storia e lezioni di disegno e progetto navale”, con partecipazione libera e gratuita.