La cantieristica

I cantieri a Trieste nell’800

Fino all’inizio del XVIII secolo a Trieste sono presenti solo modesti squeri, ma la rapida crescita delle attività marittime rende necessario il supporto di cantieri di maggiori dimensioni.

Il primo artefice di questo sviluppo è Odorico Panfilli che alla fine del Settecento gestisce lo squero della Confraternita di San Nicolò. Nel 1788 apre un proprio squero, il primo a varare una nave a vapore a Trieste.

In città si avviano officine e fonderie per rispondere alle nuove esigenze della propulsione meccanica e delle compagnie di navigazione. Nel 1840 nasce il cantiere San Marco di Gaspare Tonello, primo esempio di approccio costruttivo industriale. Nel 1853 il Lloyd fonda un proprio arsenale e nel 1857 viene fondato a Muggia il Cantiere San Rocco che unendosi alla Fabbrica macchine Sant’Andrea darà vita allo Stabilimento Tecnico Triestino.

Modello di bacino di carenaggio, legno con parti in ottone, metà XIX secolo
Modello di bacino di carenaggio, legno con parti in ottone, metà XIX secolo

Questi cantieri impiegano migliaia di operai e costruiscono alcune delle più grandi e potenti navi commerciali e militari dell’Impero Asburgico prima e dello Stato italiano poi. La loro attività costruttiva è supportata da un’attenta e moderna progettazione che prevede la realizzazione sia di dettagliate tavole progettuali, che di modelli di cantiere, cioè realizzazioni in scala delle barche da costruire in cui si poteva verificare ogni aspetto della struttura e delle scelte progettuali.

I cantieri a Trieste nel 900

Il nuovo secolo si apre con l’espansione della cantieristica triestina verso Monfalcone, con l’apertura, nel 1907 del Cantiere Navale Triestino della Compagnia Cosulich.
L’Arsenale del Lloyd viene intanto acquisto per metà dallo Stabilimento Tecnico Triestino e destinato ormai solo a riparazioni e manutenzione. La Grande Guerra danneggia gravemente le infrastrutture marittime.

Seguono anni di crisi che si attenuano in parte grazie alle necessità della ricostruzione e alle commesse pubbliche. Cambia però l’assetto organizzativo e l’orizzonte geografico della cantieristica triestina.
Lo Stabilimento Tecnico Triestino viene acquisito da Lloyd Triestino, Cosulich e Navigazione Libera Triestina. I Cosulich inaugurano anche le Officine Aeronautiche di Monfalcone, settore che si va facendo sempre più importante.

In poco tempo l’Italia con l’apporto dei cantieri giuliani si colloca ai primi posti al mondo per tonnellaggio varato.
Nel 1930 lo Stabilimento Tecnico Triestino, e il Cantiere Navale Triestino di Monfalcone vengono fusi dando vita alla società Cantieri Riuniti dell’Adriatico (CRDA). Il gruppo, gestito dai Cosulich, comprende il Cantiere San Marco e la Fabbrica Macchine Sant’Andrea a Trieste, il Cantiere San Rocco a Muggia, il Cantiere Navale Triestino a Monfalcone, oltre a società controllate a Trieste, Pola e a Venezia. Nel 1933 il controllo della società passa allo Stato.

La Seconda guerra mondiale porta nuova distruzione al cantiere di Monfalcone. Ma ancora una volta la cantieristica triestina riesce a riprendersi e negli anni Cinquanta e Sessanta realizza importanti transatlantici.
La produzione si sposta progressivamente a Monfalcone dove oggi si realizzano prevalentemente navi da crociera.

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