Diorami. Modelli, tavole per apprendere il mestiere”
Magazzino 26, Porto Vecchio, Trieste dal 20 dicembre
Il Civico Museo del Mare conserva nelle sue collezioni diversi reperti dedicati alla pesca e, in particolare, alle pratiche ittiche usate in Alto Adriatico. Si tratta di diorami, dipinti, tabelle statistiche, modelli di imbarcazioni, sussidi didattici che storicamente costituiscono una specifica sezione del percorso espositivo. Va ricordato che il Civico Museo del Mare trova fondamento nel Museo della Pesca, promosso agli inizi del Novecento dalla Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina, istituzione volta allo sviluppo degli studi scientifici, delle attività legate alla pesca, dei sistemi di coltura di prodotti marini, nonché di formazione e istruzione dei pescatori.
Nel 1922 la raccolta, allestita quale “Esposizione marittima” nel 1910 e arricchita di nuovi e importanti beni, assume il nome di Museo del Mare e si sviluppa in due sezioni: una dedicata alla pesca, l’altra centrata sulla nautica. Bisogna attendere il 1932 perché i beni passino al Comune di Trieste assieme ad altri importanti reperti. Contestualmente alla Società di Pesca subentra la Società Adriatica di Scienze Naturali.
Il Museo, sotto l’egida del Comune, si dota di un primo inventario: modelli di navi, strumenti per la navigazione, modelli di motori, dipinti e stampe. Risale probabilmente a questa fase la decisione di spostare gli animali marini e gli uccelli acquatici tassidermizzati, nonché le raccolte di conchiglie, coralli, scheletri al Museo di Storia Naturale.
Privato delle testimonianze zoologiche, all’Istituto probabilmente rimasero alcuni diorami con delle reti e alcuni attrezzi, anche se i registri nell’epoca non ne riportano traccia.
E’ ancora da chiarire quando e come sono entrati a far parte delle collezioni i diorami più complessi. Sono certamente di mano di Giuseppe Pescatori (Muggia 14 novembre 1870 – Trieste, 14 agosto 1952), nostromo ed esperto dei sistemi di pesca in Alto Adriatico. Una conoscenza poi riversata anche nell’insegnamento. In particolare da riscontri fotografici e dalla documentazione di una mostra allestita nel 1954 nella Sala comunale d’Arte di Trieste con gli auspici del Consorzio Territoriale per la Tutela della Pesca, è possibile assegnare al Pescatori numerosi dei diorami oggi esposti.
Difficile anche stabilire con certezza il contesto di provenienza delle tabelle didattiche disegnate dal prof. Paul Pfurtscheller (Salisburgo 20 novembre 1855- Vienna 5 febbraio1927), espressioni, per il tratto del disegno e la puntualità cromatica, per i dettagli e per la stampa, dell’estremo livello qualitativo raggiunto tra Otto e Novecento nell’ambito dei sussidi didattici.
Nella sala si può ammirare anche un interessante dipinto di Guido Grimani intitolato “La Pesca delle sardelle”. L’opera che viene datata da Luisa Froglia, nel suo studio monografico sull’artista del 1972, al 1894, si osserva già in alcune fotografie del 1904 raffiguranti le sale del Museo della Pesca della Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura. Per questa occasione l’olio è stato sottoposto ad un accurato intervento di manutenzione e pulizia.
A documentare gli interessi legato all’economia del mare vi sono delle carte geografiche volte a documentare la presenza e lo sviluppo della pesca nell’alto Adriatico.
Un importante valore testimoniale è dato anche dai vari modelli di barche. Realizzati alla fine dell’Ottocento, attestano la varietà dei mezzi usati. Spicca tra tutti il bragozzo “La Divina Provvidenza”.
A integrare l’esposizione, una serie di tavole didattiche da tempo non presentate al pubblico e sottoposte, in questa occasione, a un intervento di manutenzione conservativa.
Le tavole sono state disegnate da Paul Pfurtscheller (1855-1927), insegnate di zoologia e biologia nonché membro della Zoological and Botanical Society.
Anche se Pfurtscheller non aveva alcuna formazione artistica, comincia a dedicarsi alla rappresentazione delle strutture anatomiche di animali, piante, o insetti: raffigurazioni che avrebbe usato durante le sue lezioni. Le tavole sono state realizzate da “Witwe & Sohn und Buchhandlung Lehrmittelanstalt” di A. Pichler (Vienna e a Lipsia) e da un’altra ditta, l’olandese “Martinus Nijhoff – S. Gravenhage” operante fino al 1953.
Il Museo, nelle sue collezioni, possiede esemplari di entrambe le edizioni. Non ha la serie completa.
Una vetrina dell’esposizione è dedicata ad alcuni attrezzi per la pesca. Si tratta di reperti che provengono dall’importante raccolta di pubblicazioni, fotografie e oggetti di Mario Marzari donata al Museo dalla vedova, signora Alessandra Festini Marzari.