Magazzino 26, Sala Fini e Museo del Mare
21 dicembre 2024 – 16 febbraio 2025
ingresso gratuito
- dal 21 dicembre 2024 al 31 gennaio 2025 da giovedì a domenica, ore 10-17
- dal I° febbraio 2025 al 16 febbraio 2025 da mercoledì a domenica, ore 10-16
A Trieste e nel Mare Adriatico si è svolta una parte della storia dello yacht di Marconi, una storia europea che inizia nella Belle Époque, con la commissione da parte degli arciduchi Maria Teresa e Carlo Stefano, e finisce dopo due guerre mondiali.
In occasione del centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi, il Museo del Mare di Trieste espone alcuni dei reperti dello yacht conservati nella propria collezione che si affiancano a una campagna fotografica realizzata per l’occasione dall’artista Primož Bizjak, dedicata alle parti dello scafo del Rovenska-Elettra presenti anche in altri istituti culturali. Una forma poetica di ricongiungimento delle sezioni in cui lo scafo è stato frazionato: l’attuale collocazione, che definisce anche il senso di ciascuno dei cimeli, attribuisce nuovo valore a un originale monumento diffuso, quasi una seconda vita del panfilo.
La mostra, dedicata alla storia dello yacht Rovenska–Elettra, integra il più ampio e approfondito racconto sulla figura di Guglielmo Marconi delineato dalle molte prestigiose attività che hanno animato le celebrazioni dell’anniversario in tutta Italia.
La storia dello Yacht, che diverrà famoso grazie a Guglielmo Marconi, inizia a Leith (Scozia) nel 1904 con il nome di Rovenska, quando viene costruito dal cantiere navale Ramage & Ferguson per ordine dell’arciduchessa Maria Teresa d’Austria, consorte dell’arciduca Carlo Stefano d’Asburgo Teschen Asburgo-Lorena, ammiraglio della marina imperiale austro-ungarica, amante del mare e acquirente di barche da regata e altri yacht a vapore quali l’Ossero, il Waturus e, nel 1911, l’Ul.
Il Rovenska viene venduto diverse volte fino a entrare nelle proprietà della Royal Navy per venire impiegato durante la Grande Guerra come pattugliatore e dragamine. Finito il conflitto viene messo all’asta e nel 1919 acquistato da Guglielmo Marconi che, nel 1920, lo trasferisce a La Spezia dove viene ristrutturato e attrezzato come laboratorio navigante, con la supervisione della Regia Marina, e quindi ribattezzato Elettra.
L’Elettra sarà utilizzata sia come dimora privata che per esperimenti scientifici, soprattutto sull’impiego delle onde corte nella radiotrasmissione, diventando presto conosciuta in tutto il mondo per alcuni esperimenti spettacolarizzati quale la trasmissione, nel 1930, del segnale di accensione dell’illuminazione pubblica da Genova a Sidney.
Nel 1937, in seguito alla morte di Marconi, lo yacht viene acquistato dal Ministero delle Comunicazioni e ormeggiato a La Spezia. Nel 1940 viene trasferito a Trieste, porto considerato sicuro.
Il 9 settembre 1943 le forze armate tedesche, occupata la città, prendono possesso dell’Elettra allo scopo di impiegarla per scopi bellici. Nei mesi successivi lo yacht viene quindi restituito alla custodia della Società Italia, con l’incarico di realizzare le necessarie trasformazioni. In questo momento vengono messi in salvo, documenti, libri, alcuni arredi e le attrezzature del laboratorio di bordo con la cabina radiotelegrafica.
Questi materiali, compresi gli alberi e le ancore, vengono custoditi dapprima presso un hangar dei Magazzini Generali del Porto Vecchio, spostati più volte approdano poi nei sotterranei del Castello di San Giusto. La parte relativa alle attrezzature del laboratorio viene poi inviata al Consiglio Nazionale delle Ricerche, mentre a Trieste restano una minima parte delle attrezzature, i libri e i documenti, oltre ad alcuni elementi d’arredo che ci aiutano, insieme alle fotografie, a ricostruire l’aspetto dell’elegante yacht, espressione del lusso e delle comodità di inizio Novecento.
Nel gennaio del 1944 l’Elettra viene avvistata dalla ricognizione aerea alleata a nord di Zara, nella baia di Diklo e, dopo poche ore, attaccata e affondata da una squadriglia di aerei inglesi.
Alla fine degli anni Cinquanta iniziano trattative tra il governo italiano e quello iugoslavo per la restituzione del relitto al Ministero delle Poste. Nel 1962 il relitto viene riportato a galla e rimorchiato fino al cantiere San Rocco di Muggia. Nel frattempo la Marina Militare ha l’incarico di progettare la ricostruzione della nave per valorizzarla quale monumento o museo. Nel 1973 lo scafo viene tirato a secco, consentendo così i rilievi tecnici necessari alla progettazione, ma i preventivi di spesa eccedono la disponibilità. Nel 1977 si decide infine di sezionare il relitto e di destinarne le parti a diversi enti e musei.
Alla mostra hanno collaborato i diversi enti impegnati a garantire la conservazione e (ove possibile) la pubblica fruizione di parti dell’Elettra e della sua memoria:
- Civico Museo della Guerra per la Pace Henriquez, Trieste;
- Area Science Park, Trieste;
- Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, Trieste;
- Poste Italiane, Mestre;
- Fondazione Guglielmo Marconi, Sasso Marconi;
- Museo Storico Navale della Marina Militare, Venezia;
- Museo Tecnico Navale della Marina Militare, La Spezia;
- Telespazio, Ortucchio (AQ);
- Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, Milano;
- Museo Storico della Comunicazione, Roma;
- Fondazione Leonardo.
Tra i reperti esposti figurano la cartella che conteneva le carte nautiche dello yacht, i volumi presenti nella libreria di bordo, fotografie, elementi sulle altre vite dello yacht e dei suoi proprietari, fra cui anche una recente donazione ricevuta dal Museo del Mare.
La mostra, finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia e patrocinata dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del 150° anniversario dalla nascita di Guglielmo Marconi, è ideata e realizzata dal Servizio Promozione Turistica, Musei, Eventi Culturali e Sportivi del Comune di Trieste, con il coordinamento di Patrizia Fasolato, Responsabile Musei Scientifici, e la curatela dei conservatori del Museo del Mare Andrea Bonifacio e Silvia Pinna.
Il museo e la sala Fini sono accessibili tramite rampa d’accesso, elevatore ed ascensore.
Il museo e la mostra sono ad ingresso gratuito.
VISITE GUIDATE
Le visite approfondiscono i contenuti della mostra con l’accompagnamento dei conservatori del museo, Andrea Bonifacio e Silvia Pinna, e del funzionario culturale dei Musei Scientifici, Anna Longo.
Visita guidata a cura di Silvia Pinna, conservatore del Museo del Mare di Trieste.
Sabato 11 gennaio 2025, ore 11.00
Visita guidata a cura di Andrea Bonifacio, conservatore del Museo del Mare di Trieste.
Sabato 25 gennaio 2025, ore 11.00
Visita guidata a cura di Anna Longo, funzionario culturale dei Musei Scientifici di Trieste.
Sabato 8 febbraio 2025, ore 11.00
Saranno inoltre programmate delle presentazioni, fra cui quella del volume della Collana del Museo del Mare dedicato alle ricerche svolte sui reperti dell’Elettra.
Tutti gli eventi sono gratuiti.
Per ciascuna delle visite guidate i partecipanti possono essere al massimo 25.
È richiesta la prenotazione all’indirizzo museomare@comune.trieste.it