Approfondimento
Il nucleo embrionale del Civico Museo del Mare, può essere rintracciato nella Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina fondata il 28 Gennaio 1888, ma già prima, nel 1753, avvenne la fondazione dell’Accademia di Nautica e Commercio da parte di Maria Teresa d’Austria, ebbe così inizio la raccolta di modelli navali, in parte acquisiti dall’Accademia per la didattica, in parte frutto di donazioni di privati cittadini, società di navigazione, cantieri navali, Magazzini generali, Riunione Adriatica di Sicurtà.
Gli scopi dell’associazione erano lo studio del mare con riguardo alla pesca e alla piscicoltura, promuovere l’esercizio della pesca con attrezzi e metodi più perfezionati, favorire lo sviluppo della coltura di prodotti marini di grande importanza economica e l’istruzione dei pescatori, inoltre l’istituzione di consorzi, società, cooperative di pescatori.
La Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina istituì a scopi didattici, un’esposizione permanente, trasformata poi nel 1904 in Museo della Pesca, fortemente voluta dal prof. Antonio Valle, segretario della Società austriaca di pesca e piscicoltura marina, con lo scopo di facilitare gli studi scientifici e pratici in relazione alla pesca marina con annesso piccolo laboratorio biologico marino.
Appartenevano al museo le seguenti collezioni
- Uccelli ittiofagi, pesci, molluschi, crostacei, perle, coralli, spugne, parassiti dei pesci, animali dannosi alla pesca, prodotti marini preparati, prodotti vegetali dell’Adriatico, prodotti minerali dell’Adriatico
- Modelli di barche da pesca dell’Adriatico, modelli di reti ed attrezzi da pesca, ami, attrezzi per la confezione di reti e togne, sostanze coloranti per le reti, sostanze proibite nella pesca, apparati illuminanti per la pesca notturna,
- Ostricoltura, mitilicoltura, pesca del corallo e delle spugne, rappresentazione di sistemi di pesca
- Modelli e fotografie di: valli da pesca, laguna di Grado con serraglia e cogolli, saline
- Quadri e grafici rappresentanti: la distribuzione di fabbriche alimentari ittiche, consumo alimentare locale a Trieste di pesci e molluschi, statistiche sulla pesca nell’Adriatico
Il secondo importante riferimento va rintracciato nell’Esposizione Marittima Permanente il cui primo Statuto risale al 1911. L’iniziativa già intravista nel 1909, prese l’avvio nel 1910 in occasione di una conferenza tenuta dal prof. Vital, Direttore dell’I.R. Accademia Nautica, quando il cav. Massimiliano Brunner ed il dott. Moscheni raccolsero e coltivarono l’idea di gettare le basi per un’esposizione marittima, la quale potesse poi diventare un vero Museo del Mare.
A seguito di un loro successivo colloquio col prof. Vital ottennero la disponibilità delle raccolte di materiale nautico, didattico dell’Accademia per il primo nucleo della mostra. I primi mezzi tecnici e finanziari a sostegno dell’iniziativa furono offerti dal Comune, dalla Camera di Commercio e dell’Industria, società di navigazione ed enti privati che permisero il reperimento dei locali al primo piano dell’edificio al n° 17 di via della Sanità ora Via Diaz.
Fu elaborato uno Statuto ed eletto un Curatorio di 21-34 membri rappresentanti del Ministero del Commercio, del Ministero per il Culto e l’Istruzione, del Ministero per i lavori pubblici, della Presidenza municipale di Trieste, della Camera di commercio e d’industria di Trieste, del Lloyd Austriaco, dell’Associazione marittima, dell’Istituto per il promovimento delle piccole industrie, dalla Società austriaca per la pesca e piscicoltura e dalla Società Adriatica di Scienze Naturali più 10 delegati, scelti tra quelle persone che più avevano contribuito alle spese dell’Esposizione e tre delegati eletti direttamente dal Curatorio per meriti particolari.
Fu istituita inoltre una Direzione di 8-15 Direttori che era composta dal Presidente del Curatorio, dai Conservatori delle varie sezioni dell’Esposizione e dai Membri eletti per semplice elezione in seno al Curatorio.
La composizione istituzionalizzata del Curatorio, dimostrava la concorrenza al sostegno, alla promozione ed alla stessa amministrazione dell’iniziativa delle massime istituzioni ministeriali, civiche e delle più importanti società operanti nel settore marittimo.
Il Curatorio dell’Esposizione si rivolse immediatamente a tutti gli enti e privati del ceto marittimo per recuperare oggetti d’interesse storico marittimo e grazie ad un intenso lavoro di ricerca e convincimento dei professori cav. Antonio de Beden e Cuccagna dell’I.R. Accademia Nautica, l’esposizione si arricchì di Plastici, modelli di navi e di macchine, antichi portolani e documenti marittimi, preziose raccolte fotografiche, nonché di un nucleo espositivo della Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina.
Risulta dallo Statuto
La Società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina mette a disposizione dell’Esposizione, fino a revoca, le proprie raccolte, mantenendo il diritto di disposizione sulle stesse.
Furono allestite sei sale e due corridoi, le cui finestre erano a diapositiva con soggetti attinenti agli attrezzi e metodi di pesca.
A quell’epoca erano proprietari delle collezioni, insieme a vari privati, il Curatorio dell’Esposizione Marittima Permanente, la Società austriaca di pesca e piscicoltura marina, la Capitaneria di porto, il Governo Marittimo, l’Accademia Nautica, la Scuola superiore di costruzione navale, la Scuola nautica di Cattaro, la Società di navigazione Austro americana, la Società di navigazione Istria Trieste.
L’esposizione marittima permanente rimane la prima testimonianza dei fini e delle funzioni culturali e sociali della cultura marinara di Trieste, voluta e sostenuta non solo da enti e istituzioni pubbliche ma anche da parte di primarie aziende operanti anche fuori del settore marittimo, associazioni e singoli soggetti privati.
Nello Statuto si stabiliva tra l’altro che l’Esposizione Marittima aveva oltre lo scopo di raccogliere, elaborare ed esporre in generale tutto quando riflette direttamente ed indirettamente il mare, le scienze e le industrie che vi hanno attinenza, anche la tenuta di lezioni e di conferenze, la compilazione di guide e pubblicazioni, la propaganda diretta a promuovere lo studio e la diffusione di notizie relative al mare.
Tra il 1915 e il 1918 avviene la prima chiusura del Museo per via della prima guerra mondiale.
Nel 1919 il Museo riapre al pubblico, tutte le collezioni sono spostate al terzo piano della Regia Accademia Nautica, la Società austriaca di pesca e piscicoltura, cessa la sua attività.
Nel 1922, in occasione del congresso della pesca tenuto a Trieste, l’Esposizione Marittima Permanente prende il nome di Museo del Mare, con sede al quarto piano del palazzo di Piazza degli Studi con ulteriore apporto di materiale.
Nel 1932, Thaon di Ravel, Duca del Mare, e l’allora ministro Conte Galeazzo Ciano, nonché altri ministri, governatori, senatori e prefetti concordarono nel tempo di ritenere necessario di conservare e sviluppare il patrimonio storico del Museo.
In una riunione di rappresentanti di vari enti interessati al Museo del mare, tenutasi il 14 settembre 1932 per iniziativa del Podestà Giorgio Pitacco, si progettò la cessione del Museo al Comune, con il relativo trasferimento dei diritti e doveri del Curatorio dell’Esposizione Marittima Permanente. Il Comune di Trieste, provvide nel frattempo al trasloco dell’esposizione al piano terra con aggiunta d’ambienti ed entrata da via dell’Annunziata n° 7.
La nuova sede fu inaugurata il 28 ottobre 1932, dopo che il Curatorio dell’Esposizione Marittima Permanente di Trieste (Museo del Mare), riunitosi il 29 settembre 1932, aveva deciso di deliberare il proprio scioglimento e di trasferire al Comune di Trieste i propri diritti spettanti sull’esposizione, sia quale proprietaria, sia quale depositaria degli oggetti.
Il Comune con delibera podestarile e con il consenso della prefettura, accettò “con grato animo” la donazione degli oggetti delle varie sezioni del Museo del Mare, appartenenti ad altri enti e privati, affinché fossero destinati in perpetuo al Museo.
Inoltre per motivi di funzionamento e di bilancio, si deliberò di affidare la gestione del Museo del Mare alla Società Adriatica di Scienze Naturali. Responsabile della gestione era un “Consiglio dei Curatori” che nel tempo avrebbe visto tra i suoi componenti oltre che i delegati del Comune e dei Magazzini Generali (poi Ente Porto), quelli dell’Istituto Nautico, dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, Lloyd Triestino, Associazione Armatori di Linea ed ente provinciale per il Turismo
Tra il 1939 e il 1945 il Museo resta chiuso a causa della seconda guerra mondiale, riaprendo successivamente nel 1948 riordinato ed incrementato.
Il 26 febbraio 1962, il Museo, su volere dell’Amministrazione comunale, si trasferisce dai locali di via dell’Annunziata sette in via San Giorgio tre per lasciare liberi gli ambienti ad una nuova scuola di Stato.
Il 26 marzo 1963 avviene l’inaugurazione della nuova sede a cura del Presidente della Commissione Direttiva del Museo prof. Francesco Pepeu, con un’interessante mostra che raccoglieva una particolare serie di “Stampe Marittime degli U.S.A. ” provenienti dal Mariners Museum of Newport.
Il 6 luglio 1963 avviene l’inaugurazione della sezione storica della Marina Militare alla presenza dell’Ammiraglio Ernesto Giuriati, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
Il 3 novembre 1964 avviene la donazione, da parte del Raduno delle Genti dell’Istria, della ruota del timone della nave “Vettor Pisani” che fu comandata da Nazario Sauro.
In questi anni avviene una forte collaborazione con l’Associazione marinara Aldebaran, che per interessamento dell’Amministrazione comunale ha la sua sede nello stesso stabile del Museo.
Nel 1968, cessa la custodia della Società Adriatica di Scienze Naturali, ed inizia la gestione del Comune di Trieste.
Il 26 aprile 1968, con deliberazione giuntale fu disposto di assumere la gestione diretta del Museo del Mare, da parte del Comune di Trieste, istituendo in data 1 luglio 1968 il Civico Museo del Mare, inquadrato nell’ambito dei Civici Musei Scientifici di Trieste.
In quest’anno, per necessità del Museo Revoltella, avviene un definitivo trasloco del materiale delle collezioni nei capannoni della palazzina di Via Campo Marzio 5 (antica palazzina costruita nel 1721 come Lazzaretto S. Carlo, divenuta poi una delle sedi della Marina Austriaca, Arsenale d’Artiglieria ed attuale sede del Museo).
La direzione è affidata al già Direttore del Museo di Storia Naturale, Orto Botanico e Acquario, prof. Renato Mezzena, che avvia i lavori di ristrutturazione, iniziati nell’estate del 1969 e necessari a causa del degrado delle strutture della stessa, usata dopo la seconda guerra mondiale come mensa del campo profughi
Un grosso finanziamento per i lavori viene dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, grazie all’interessamento del Presidente Avv. Nino di Giacomo che affida il progetto di ristrutturazione all’illustre arch. Umberto Nordio, e dopo la sua scomparsa al suo assistente arch. Roberto Barocchi, nominato direttore dei lavori, effettivo autore del progetto di restauro e del progetto dell’allestimento (vetrine e corpi illuminanti).
Parallelamente si diede avvio alla riparazione ed al restauro dei modelli e dei cimeli che, dopo le vicissitudini di due guerre ed i vari trasferimenti, erano rimasti danneggiati.
Il 30 luglio 1970, avviene la consegna simbolica della palazzina all’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, con l’inaugurazione di una mostra sui cimeli marinari che rimase aperta fino al 30 ottobre 1970.
1971 Inaugurazione della I sezione, secondo il prof. Mezzena, nel 1972 inaugura la I sezione, secondo il Valerio Staccioli, pian terreno e primo piano, e nel 1979 avviene l’inaugurazione della seconda sezione, secondo piano e soppalco, nel 150° anniversario dell’esperimento del Ressel sull’elica avvenuto nel 1829.
2001
Per ricchezza, varietà e valore delle sue raccolte, il Civico Museo del Mare si colloca senz’altro tra gli Istituti più importanti nel campo scientifico del Mediterraneo. Tuttavia non può non essere auspicabile, da qualsivoglia forza, culturale una valorizzazione anche del materiale ora in deposito e la ricongiunzione con il materiale omogeneo attualmente parcellizzato in differenti raccolte pubbliche e private al fine di riproporre, con metodologie aggiornate, un discorso testimoniale esaustivo delle molteplici tematiche storiche, tecniche e scientifiche della cultura marinara di queste terre, così come nel 1910 le forze istituzionali, politiche e imprenditoriali si erano riconosciute culturalmente e civicamente nel progettare, realizzare e sostenere l’Esposizione Marittima Permanente