Lloyd

La collezione del Civico Museo del Mare al Magazzino 26 del Porto Vecchio

Risalgono al 2012 gli atti con cui Regione Friuli Venezia Giulia e Comune di Trieste stabilivano il trasferimento dei beni della Collezione del Lloyd al Civico Museo del Mare.

Nel 1833 un gruppo di uomini d’affari triestini da vita al Lloyd Austriaco. Modellato sull’esempio di quello inglese il suo scopo è raccogliere e diffondere tra i soci informazioni commerciali e marittime.
In breve tempo si evidenziano le opportunità derivanti dalla diretta gestione delle linee commerciali e nel 1836 viene creata la cosiddetta “seconda sezione” dedicata ai collegamenti marittimi a vapore: nasce la Compagnia di navigazione del Lloyd Austriaco.
Le attività del Lloyd si estendono rapidamente, tanto da portare fra il 1853 e il 1865 alla costruzione dell’arsenale nella baia di Servola: da qui usciranno alcune delle navi più moderne del Mediterraneo.

La compagnia si espande sempre più negli anni successivi divenendo una protagonista di quella rivoluzione dei trasporti che ha luogo a cavallo tra Ottocento e Novecento grazie alla modernizzazione dei mezzi e all’aumento dei collegamenti.

La Prima guerra mondiale cambia completamente il panorama geografico, politico ed economico di riferimento, ma, nonostante i danni subiti, il Lloyd, diventato Triestino, riattiva alcuni collegamenti già nel 1919.
Negli anni successivi la compagnia viene data in gestione alla famiglia di armatori Cosulich per poi essere nazionalizzata nel 1933 e in seguito fatta rientrare nel gruppo Finmare. Gli anni Trenta vedono un’espansione notevole della compagnia che gestisce oltre ottanta navi con servizi di trasporto passeggeri per il Mediterraneo, l’America, l’Asia e l’Australia.
Gli effetti della Seconda guerra mondiale sono pesantissimi tanto per le infrastrutture come per la flotta. L’agenda dell’immediato dopoguerra è dettata dal cambiamento degli equilibri internazionali e dalla situazione della città sotto Governo alleato fino al 1954.
Il Lloyd riesce a ricostruire rapidamente la flotta all’insegna ancora una volta della modernità e dell’eleganza. L’attività prevalente è ancora il servizio di linea, in particolare i collegamenti con l’Australia, ma dalla metà degli anni Sessanta i transatlantici vengono superati dall’aereo come mezzo di trasporto e fanno spazio alle navi da crociera.

Mentre il traffico passeggeri viene progressivamente abbandonato, nel settore dei trasporti merci l’uso dei container rende necessaria la realizzazione di strutture portuali dedicate. La standardizzazione e la meccanizzazione dei trasporti favoriscono reti globali che non si identificano più con specifici interessi nazionali. Il Lloyd, come molte compagnie europee, diventa un’articolazione locale di una struttura più grande.

1. Trieste e il Lloyd: gli esordi

Era consuetudine nelle compagnie commerciali far realizzare i ritratti dei dirigenti e anche il Lloyd ha la sua galleria dei fondatori e dei membri dei consigli di amministrazione. Tra i pittori che realizzarono questi ritratti ritroviamo alcuni fra i nomi più importanti del panorama artistico triestino dell’epoca come Tito Agujari ed Eugenio Scomparini. A corredo dei quadri vengono esposti documenti e atti delle diverse Fondazioni destinate a sostenere marinai e operai invalidi, vedove, orfani.

2. La compagnia di navigazione

Dai modelli dei primi scafi a pale fino a quelli a elica. Una ricca sezione con documenti, fotografie, stampe illustra l’avvio delle prime rotte, l’apertura dell’Arsenale, i progetti per la sede del Lloyd e le importanti infrastrutture realizzate, dalla ferrovia di collegamento da Vienna a Trieste al canale di Suez.

3. Navi e rotte

Sala dedicata ai modelli delle navi più importanti dagli inizi del Novecento agli anni Settanta: dall’Helouan, realizzato dall’arsenale triestino nel 1911, alla portacontainer Lloydiana (1972). Acquarelli, dipinti, filmati, divise, volumi, documenti contestualizzano la crescita della flotta.

 

4. La galleria Klodic

Paolo Klodic (1887-1961) è funzionario del Governo Marittimo già sotto l’Impero, continua poi a lavorare presso la Capitaneria di Porto. Al termine della Seconda guerra mondiale viene nominato Comandante del Porto dal Governo Militare alleato.

Artista autodidatta, per tutta la vita tiene un registro illustrato delle navi che entrano nel porto di Trieste, documenti della storia marittima della città.

5. Libertatem Testor/Lloyd Triestino

Nel 1919, con la fine della Grande Guerra, il Lloyd austriaco diventa Lloyd triestino. La flotta si ricompone a fatica, ma nel 1927 le navi tornano a battere la bandiera della Società e a percorrere le rotte di un tempo.

È Gabriele d’Annunzio a comporre il nuovo motto “Libertatem Testor” (proclamo la libertà), a sostituzione del precedente “Vorwärts” (avanti), che Guido Marussig traduce graficamente con la visione di Trieste turrita.

6. Editoria e grafica

Nel 1849 viene aperta ufficialmente la “Terza sezione” del Lloyd Austriaco, dedicata alla produzione e diffusione di opere letterarie e artistiche.
Dalla sezione dipendono la tipografia sociale e lo stabilimento artistico che sono responsabili della pubblicazione di periodici in diverse lingue e di tutto il materiale pubblicitario della compagnia. Lo sforzo è quello di coniugare gli obiettivi commerciali con elevati standard artistici e di armonizzare tutta la produzione grafica di cui la compagnia si serviva, dai periodici alle brochure e alla cartellonistica: è la nascita della pubblicità come la conosciamo oggi.

Fino alla Prima guerra mondiale la produzione grafica del Lloyd è caratterizzata dallo stile internazionale della Belle Epoque. In seguito, Bruno Astori, responsabile dell’ufficio stampa, forma una squadra di artisti tra cui Marcello Dudovich, Guido Marussig, Argio Orell e Oscar Hermann Lamb che creano i presupposti di un linguaggio moderno e versatile, una vera scuola triestina di illustrazione pubblicitaria.

7. Victoria I e Victoria II

Due navi che hanno segnato la storia della crocieristica grazie a un profondo cambiamento nella concezione dell’arredo navale. Si abbandonano infatti gli stili storici e l’illusione che la nave equivalga a un lussuoso palazzo galleggiante, in favore della modernità e di un’alleanza tra design, arte e ingegneria.

La collaborazione tra l’ingegnere Nicolò Costanzi, l’architetto Gustavo Pulitzer Finali e artisti quali Marcello Mascherini e Massimo Campigli da vita alla Victoria I, varata nel 1930, cui la rivista Domus dedica un numero speciale per la modernità degli arredi, del design e degli interventi artistici: diventa la nave simbolo degli anni Trenta.

La Victoria II, varata nel 1953, è curata nei suoi allestimenti ancora da Pulitzer Finali che continua la sua collaborazione con giovani artisti.

8. Stile di Bordo

Con l’inizio del XX secolo si consolida l’immagine della moderna nave passeggeri in cui compare una nuova distribuzione degli ambienti a bordo e delle suddivisioni in classi. I viaggi possono durare parecchi giorni quindi la sistemazione deve essere confortevole e numerosi ambienti, differenziati per classi, sono a disposizione dei passeggeri.

Le navi del Lloyd si distinguono per il lusso e il comfort e la vita in prima classe è segnata dalle pause nelle sale di lettura, dalle passeggiate sui ponti, animati anche da giochi e sport e da pranzi e cene degne degli alberghi più rinomati.

Le testimonianze e i ringraziamenti dei passeggeri lasciati in questi viaggi vengono talvolta pubblicati sul Bollettino della compagnia, diventando veicolo pubblicitario privilegiato.

9. Australia

Nel 1950 vengono varate tre navi passeggeri destinate al servizio per L’Australia: l’Oceania, la Neptunia e l’Australia appunto.

Per l’Australia lo scultore Marcello Mascherini realizza la coppia di statue in legno Canguro, andata perduta, e Aborigeno. La scultura dalle tipiche forme stilizzate è interessante per l’uso dell’intarsio ligneo che vuole rievocare le lavorazioni dei nativi australiani e per l’evidente volontà di evidenziare ai passeggeri l’esotismo della destinazione.

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