Conoscere Trieste è anche conoscere il suo rapporto con un mare che non è mai troppo lontano, parte della quotidianità, della cultura, della storia e dell’economia della città.
Il Museo del Mare descrive queste relazioni attraverso i beni che conserva: modelli, strumenti, dipinti, bozzetti, documenti, fotografie, libri, registri, oggetti di bordo, carte nautiche e altro ancora.
Nato nel 1904, ha conosciuto diverse sedi, fino all’attuale approdo al Magazzino 26 del Porto Vecchio. Del complesso portuale costruito nella seconda metà dell’Ottocento per consolidare il ruolo di Trieste quale principale sbocco sul mare e snodo commerciale dell’Impero Asburgico, il Magazzino 26 è l’edificio più grande e uno dei più rappresentativi di un’architettura industriale che sa coniugare eleganza e concretezza.
Costruito tra il 1893 e il 1897, nel progetto originario avrebbe dovuto avere anche una torre merlata con orologio che lo avrebbe reso più simile all’Arsenale della Compagnia del Lloyd e al Castello di Miramare, evidenziando l’uniformità delle architetture civili e commerciali della Trieste ottocentesca in un comune richiamo ad un medioevo immaginario e riletto in chiave funzionale in cui praticità e comodità si integrano a vicenda.
L’edificio a pianta rettangolare si articola su cinque livelli: un seminterrato, un piano rialzato e tre piani superiori a cui si poteva accedere anche tramite montacarichi.
La storica funzione di magazzino oggi viene recuperata e reinterpretata in modo funzionale alle necessità di accogliere non più le merci ma un museo, con i suoi depositi, un’esposizione articolata, la biblioteca specialistica Mario Marzari e un laboratorio.
Nella visita si possono esplorare le collezioni del Museo suddivise in sezioni tematiche che permettono di approfondire alcune figure e alcuni aspetti legati alla storia, all’economia e alla società del mare: dagli sviluppi tecnologici alle compagnie di navigazione, dalla pesca allo sviluppo del porto, temi che raccontano la relazione inscindibile tra la storia della città e il mare.
Trieste e il suo porto
La storia moderna della città e del porto di Trieste inizia quando gli Asburgo avviano un’autonoma politica marittima.
L’editto di libera navigazione nell’Adriatico mette fine, nel 1717, al controllo veneziano dei commerci. Segue, nel 1719, la concessione alle città di Trieste e Fiume della patente di porto franco, che libera dai dazi le merci commerciate in questi luoghi. Nel 1769 Maria Teresa estende tale privilegio a tutta la città e avvia politiche economiche e progetti urbanistici e infrastrutturali che vedranno Trieste evolvere rapidamente da semplice borgo sul mare a principale porto dell’Impero e terza città per numero di abitanti.
Nei decenni successivi si vengono a creare le maestranze, le realtà imprenditoriali e associative e le istituzioni in grado di accompagnare un ulteriore sviluppo dell’area. Sono determinanti il completamento della ferrovia, che collega la città a Vienna (1857), e l’apertura del Canale di Suez (1859-1869), che permetterà la navigazione diretta dal Mediterraneo all’Oceano Indiano e oltre.
Nel 1863 inizia la progettazione di una grande area portuale a supporto della forte crescita dei commerci. Vengono applicate innovative soluzioni tecniche e architettoniche che si coniugano con il Piano urbanistico che integra l’area portuale con la parte nuova della città.
L’accento razionale degli edifici è rafforzato dall’uso di nuove tecniche costruttive, come l’abbinamento di strutture metalliche e in muratura, e nuovi materiali quali il cemento armato, oltre che dall’inserimento di impianti idraulici ed elettromeccanici: Trieste diventa centro di sperimentazione e diffusione delle maggiori innovazioni dell’epoca.
I lavori si concludono intorno alla fine del secolo, quando si rende necessaria un’ulteriore espansione nel vallone di Muggia: il grande porto appena nato diventa già Porto Vecchio.
Terzo piano
Il percorso si articola attraverso sezioni tematiche dedicate ai principali contenuti del Museo, dove sono esposti alcuni degli oggetti più rilevanti della collezione.
La storia della città e del porto procedono parallele e si inseriscono nei più ampi percorsi degli eventi internazionali. Attraverso alcuni
elementi caratterizzanti entriamo nel pieno di un mondo modellato sull’economia del mare. Il diorama mostra quale era la conformazione della città nel 1838 e i supporti video ne delineano il tragitto
fino a oggi, aiutando a comprenderne dinamiche e realtà sociali.