Gli strumenti

L’evoluzione

Gli strumenti nautici conservati dal Museo testimoniano lo stretto rapporto tra evoluzione tecnologica e navigazione tra il Settecento e l’inizio del Novecento. La collezione comprende alcuni degli strumenti utilizzati dalla Scuola Matematico-Nautica di Trieste (1754–1809), poi Accademia di Commercio e di Nautica (1809–1917) e in seguito Istituto Nautico.

Agli albori della storia della navigazione era necessario il contatto visivo con la costa. Nel Mediterraneo i Fenici iniziarono a navigare in mare aperto per raggiungere i porti di destinazione più velocemente quindi con maggiore profitto, impiegando i primi rudimenti della navigazione strumentale.

Nel tempo sono stati inventati strumenti sempre più precisi per determinare la posizione di una nave e la sua velocità e, anche grazie alla navigazione, la cartografia ha descritto il mondo intero.

Oggi la tecnologia satellitare e la cartografia digitale permettono di determinare con precisione la posizione di una nave, la velocità e la rotta da seguire per raggiungere il porto di destinazione. Tuttavia per i naviganti è più sicuro conoscere e avere a portata di mano anche gli strumenti tradizionali.

Richard Rust (Londra), Sestante, ottone, seconda metà XVIII secolo
Richard Rust (Londra), Sestante, ottone, seconda metà XVIII secolo

Le funzioni

Il mappamondo, il globo celeste e la sfera armillare aiutano l’insegnamento dei principi di astronomia e di geografia, nozioni necessarie per il corretto utilizzo di strumenti che permettono di determinare la posizione dell’osservatore (punto nave).

Ottanti e sestanti sono strumenti che misurano l’altezza sull’orizzonte di un corpo celeste quale il sole o la stella polare. Conoscendo la propria posizione e quella del punto da raggiungere, è possibile tracciare la direzione da seguire, la rotta, misurata come ampiezza dell’angolo tra questa e la posizione del nord, indicato dalla bussola.

Johann Gabriel Dopplemayer e Johann Puschner (Norimberga), Globo celeste, legno e carta dipinta, 1728
Johann Gabriel Dopplemayer e Johann Puschner (Norimberga), Globo celeste, legno e carta dipinta, 1728

Il dromoscopio corregge eventuali errori della bussola, dovuti ad esempio a campi magnetici generati dalla nave stessa.

La meridiana misura il tempo, in presenza della luce solare.

I solcometri misurano la velocità dell’imbarcazione.

Il barometro misura la pressione dell’atmosfera e il barografo ne registra i valori nel tempo. Questi dati permettono di prevedere le condizioni meteorologiche dell’immediato futuro prendendo anche in considerazione la direzione del vento e la stagione.

Condividi

Museo del Mare

Porto Vecchio Trieste